Nel mondo antico la rappresentazione divina era complementare alla personificazione di Forze, universali e potenti, legate simbolicamente a virtù dell’anima umana e analogicamente corrispondenti a leggi macrocosmiche che riflettono la loro valenza sul microcosmo uomo. Hermes o il latino Mercurio, iconograficamente rappresentato come il Dio dalle ali ai piedi, é il più fuggevole e indefinito fra le divinità appartenenti all’universo mitologico greco-romano. Visto come l’intermediario fra uomini e Dei dell’Olimpo, come il protettore del commercio per le sue doti di sagacia e astuzia, come colui che guida durante i viaggi, come l’accompagnatore nel mondo dell’oltre, come il Dio della scrittura e della sepoltura dei morti. Tanti epiteti, tante funzioni, tante virtù e capacità. Nello Stobeo, durante il dialogo fra Iside e Horus, Hermes viene descritto come il detentore della verità invisibili agli occhi umani, celate perché conquiste per simpatia e amore delle anime evolute; Hermes é l’unico a poterne mantenere il segreto.
Mario Krejis, che nell'umana società esercita la professione di Medico, qualificato e
degno, in un Ospedale della Puglia, possiede ben più alte e innate virtù
nella scala dei valori umani: la Ricerca Ermetica per il
progresso umano di conquista spirituale, per l'ascenso rapido di Luce
dell'Intelligenza e della Verità dell'Esistente, visibile e invisibile.
Sono suo amico da decenni, che per Fato conobbi nel tempo in cui l'irruente risveglio dell'Uomo Storico si
rende più vivo e pressante in coloro nei quali l'Arte e la Scienza sono
in virtù e possanza: eroiche, magistrali prerogative che in Krejis
rinvenni subito nel nostro primo incontro, nello scambio confidenziale
di vedute sui Magisteri dell'Arte Classica dell'Ermetismo in seno alla
Scuola del Maestro Kremmerz, ultimo Pontefice di Ur e Delegato del
Grande Ordine Osirideo Egizio, al quale in eterno sono iscritto.
Il pensiero di Roberto Assagioli. Le
molte assonanze con la Filosofia Ermetica. Le sue tecniche di esplorazione del
Supercosciente, consentono una comprensione, in termini chiari e moderni, di
molti aspetti del pensiero umano non completamente interpretabili sulla scorta
dell’analisi compiuta da Freud e Jung.
Ampi riferimenti al pensiero di
Assagioli, in rapporto alla Dottrina Ermetica, sono contenuti nel libro di Mario
Krejis “Ermetismo e Alchimia”, edito dalla Bastogi.
Al cultore di Ermetismo, raccomandiamo
la lettura integrale dei testi di Assagioli. Tra i testi più interessanti,
oltre allo “Sviluppo trans personale”, ricordiamo: “Principi e metodi della
Psicosintesi Terapeutica”, “L’Atto di volontà” e “Comprendere la Psicosintesi”;
tutti editi dalla casa editrice Astrolabio che ringraziamo pubblicamente per la
disponibilità.
Dedico questo mio scritto al mio amato mentore Mario Krejis e agli amici della Fratellanza Ermetica, con i quali condivido il più nobile dei sentimenti umani, l’amore per il bene sincero.
Premessa
Ho voluto prendere spunto dal titolo di un’opera d’arte del grande pittore ottocentesco Thèodore Gèricault (1791-1824) per parlare del dramma nell’ uomo. Vorrei trattare non solo l’aspetto filosofico e morale ma anche l’evento escatologico (nel senso intenso del fine). Non è mia intenzione affrontare questo tema in modo troppo analitico per evitare di cadere nella trappola della retorica intellettuale.
Prefazione di Pierre dalla Vigna al Corpo Ermetico, Asclepio – Edizioni Mimesis
La leggenda di Ermete Trismegisto, il tre volte grandissimo, ha le sue origini più lontane nel periodo dell’impresa di Alessandro magno. La conquista greco-macedone dell’impero persiano ebbe come conseguenza immediata una trasformazione radicale della tradizione culturale greca che, estendendosi ora sugli immensi territori tra il Nilo e l’Indo, entrava in correlazione strettissima con concezioni orientali che per l’Occidente erano rimaste celate per molto tempo in un’aura mitica.[1]
Apparentemente, la civiltà greca riusciva vincitrice in un secolare conflitto, fondando le sue polis fino alle pendici del Pamir. In effetti, l’orizzonte stesso della polis, nonché della filosofia ellenica, che su quella dimensione era fondata, dopo il 323 a.C. era destinata a subire una trasformazione così radicale che presto gli stessi termini avrebbero richiamato altri concetti.[2]