Vorrei
però che il lettore riflettesse che Anima è parola grossa, che
comprende variabili accezioni, che nel loro significato più intelligente
si riferiscono più che altro all’Anima Storica.
Anima
Storica è sinonimo di Nucleo Essenziale, spersonalizzato nell’ordinarietà
dei casi, quindi privato dei significati più nobili della coscienza
luminosa e della volontà.
Si
sottraggono a tale regola i Reincarnati, che possiedono
variamente integra una loro Coscienza Seconda, che si estende
nello spettro di molteplici possibilità: dalla relativa incoscienza,
alla consapevolezza luminosa dei Mondi Superiori.
Primo
Assioma: La droga è una malattia dell’anima.
Secondo
assioma: Il flagello dei tempi moderni si chiama droga.
La droga è una malattia dell’anima, è l’espressione di un profondo
disagio interiore, che spinge irresistibilmente il tossico-dipendente ad
annullare volutamente la sua intelligenza e la sua volontà, rendendolo de
facto un infelice e un emarginato.
Noi poniamo la tossicodipendenza sullo stesso piano di tutte le gravi
psicopatie, rimarcandone i profondi effetti distruttivi sull’identità personale
e le devastanti conseguenze sulla famiglia e sulla società.
Nella comune mentalità chi fa uso di Droghe è spesso considerato uno
scarto della società, un rifiuto di cui poter fare a meno. Tranne quando il
problema riguarda un amico o un familiare, un figlio o una sorella. Sono
situazioni in cui si resta inebetiti per la sorpresa, precipitando nello
sconforto e cercando una via d’uscita, spesso considerando il proprio congiunto
come un infelice o una pecora nera, un frutto marcio della pianta
familiare e sociale.
Nel mondo antico la rappresentazione divina era complementare alla personificazione di Forze, universali e potenti, legate simbolicamente a virtù dell’anima umana e analogicamente corrispondenti a leggi macrocosmiche che riflettono la loro valenza sul microcosmo uomo. Hermes o il latino Mercurio, iconograficamente rappresentato come il Dio dalle ali ai piedi, é il più fuggevole e indefinito fra le divinità appartenenti all’universo mitologico greco-romano. Visto come l’intermediario fra uomini e Dei dell’Olimpo, come il protettore del commercio per le sue doti di sagacia e astuzia, come colui che guida durante i viaggi, come l’accompagnatore nel mondo dell’oltre, come il Dio della scrittura e della sepoltura dei morti. Tanti epiteti, tante funzioni, tante virtù e capacità. Nello Stobeo, durante il dialogo fra Iside e Horus, Hermes viene descritto come il detentore della verità invisibili agli occhi umani, celate perché conquiste per simpatia e amore delle anime evolute; Hermes é l’unico a poterne mantenere il segreto.
Dedico questo mio scritto al mio amato mentore Mario Krejis e agli amici della Fratellanza Ermetica, con i quali condivido il più nobile dei sentimenti umani, l’amore per il bene sincero.
Premessa
Ho voluto prendere spunto dal titolo di un’opera d’arte del grande pittore ottocentesco Thèodore Gèricault (1791-1824) per parlare del dramma nell’ uomo. Vorrei trattare non solo l’aspetto filosofico e morale ma anche l’evento escatologico (nel senso intenso del fine). Non è mia intenzione affrontare questo tema in modo troppo analitico per evitare di cadere nella trappola della retorica intellettuale.