Il Medico Ermetico di G. Kremmerz – M.P.
di Giuliano Kremmerz
a cura di M.P.
INTEGRAZIONE
Desideriamo si sappia che questa pubblicazione non è un’ampia palestra di polemiche filosofiche e religiose e che, informata ai criteri filosofici e sperimentali di una Scuola, è lontana dalla fede di qualunque nome, perché, in piccolissima misura, intende iniziare un’applicazione positiva delle forze mentali e organiche latenti dell’uomo, e non invischiarsi nelle questioni trascendentali, a cui pigliano parte apparentemente la ragione e, sostanzialmente, il sentimento.
La nostra scuola si propone, positivamente e sperimentalmente, questioni concrete:
- Dopo il progresso degli studi psichici dell’ultimo ventennio, accettando la scienza che l’organismo umano possiede in sé una fonte non ancora definita da cui scaturiscono, in determinate condizioni, fenomeni intelligenti e manifestazioni di forze psichiche – è possibile adattare queste ai fini terapeutici, tanto morali quanto materiali?
- Il patrimonio superstizioso ereditario dell’antica magia sacerdotale e cabalistica, delle antiche religioni morte che segnarono epoche di civiltà tramontate, contiene in forma positiva, accertabile dall’esperienza, qualche cosa a cui la conoscenza attuale del sapere umano non è arrivata?
- Se i nostri studi e le nostre investigazioni trovano qualche cosa o più cose utili nelle occultazioni sacre e sacerdotali antiche o dimenticate, tali da meritare l’onore della prova, possiamo sposare queste conoscenze alle nuove, e servircene allo scopo di benefica esperienza?
Come si vede in forma chiara dai tre quesiti, noi restiamo ammiratori di tutta la cultura teosofica e neo-religiosa e spiritualista contemporanea, ma non possiamo né dobbiamo confondere il nostro cammino e l’opera nostra con quella degli altri.
I non ascritti alla nostra Scuola, e quindi non praticanti, devono capire che queste pagine non si prestano alla esperienza disordinata e impreparata dei curiosi e di quelli che delle scienze psichiche fanno argomento di sportletterario – appunto perché noi stiamo lavorando da parecchio terra terra, e le aquile intellettuali, senza uno sforzo doloroso, non possono scendere al livello modesto di noialtri e intenderci.
A quelli che ci diranno: siete una setta, risponderemo che siamo una scuola elementare di materialismo psicologico e che la ragione stessa dei nostri esperimenti ci costringe a chiuderci in una catena di anime, di cui l’esperienza stessa richiede il contributo animico o psichico.
Infatti la nostra scuola cava la teoria dalla pratica, e non viceversa. Si direbbe un circolo di magia operante, formato dalle anime dei discepoli e degli studiosi. Perché questo circolo non sia un vuoto disegno ideale, ogni numero o anima segue dei riti analogici e un sistema di vita atta a darci il tesoro di un’unità animica potenziale, di un valore discutibile se non ci dà realizzazioni effettive, di un valore indiscusso se ci offre risultati positivi e controllabili.
D’altronde la porta della Scuola non è chiusa a doppio catenaccio, vi si arriva facilmente con la buona volontà e con l’anima preparata da una cultura omogenea, propensa a far parte di una famiglia che l’amore e la ricerca della verità mantiene salda.
Il Commentarium si definisce dal suo nome di battesimo. Leggendo, studiando, investigando, riflettendo, intuendo, a spizzico ma con una direzione definita, si chiosano e si enunciano opinioni, si annotano e si riferiscono cose sussidiarie agli studi nostri, da punti di vista diversi e con criteri positivi. È una critica espositiva a frammenti, a massime, ad enunciati, onde la costituzione di una dottrina elementare sulle differenti applicazioni delle forze di origine psichica possa emergere come contributo alla investigazione umana e alla scienza per antonomasia, che mira alla unità integrale del progresso intellettuale dei popoli.
Questo Spirito o Ideale che ci sprona ad un lavoro paziente, incessante, preparatore di tempi nuovi per la emancipazione delle anime dalla schiavitù della superstizione cieca, ci mostrerà alle persone che ci seguiranno tal quali vogliamo essere: fattori di bene e disinteressati evocatori di Luce.
Luce? È una parola abusata. Noi la intendiamo irradiante il beneficio della conoscenza dell’essere, affinché in un giorno più o meno lontano, la utopia di una lotta contro il dolore diventi carne e vita dei popoli.
La Luce ci dirà che l’uomo si redime da sé – e la redenzione dall’ignoranza diventa la più superba conquista dell’avvenire, per la pace in noi e intorno a noi, per la concreta conoscenza di quel che fummo e di quel che saremo, fattori di male o di bene, secondo il grado della nostra coscienza illuminata.
Le questioni di importanza politica, i problemi della vita sociale, le scoperte di ordine materiale, le invenzioni più sbalorditive, hanno un valore relativo innanzi alla sfinge dell’anima umana. V’è una questione sociale delle coscienze integrate che rappresenta il massimo limite dell’enigma universale – e quando la scienza l’avrà risolta, gli olimpi di tutti i mistici saranno realtà sulla Terra – perché gli uomini diventino dii di qua dalle nuvole della credulità.
Domandiamo una parola di pace e l’aiuto intelligente a tutti gli uomini di buona volontà.
I
ERMES – ERMETISMO – SCHOLA ERMETICA
Attualmente gli studi sulle forze emanate dall’organismo umano e sugli stati della mentalità che accompagnano, precedono o seguono i fenomeni cosiddetti psichici, hanno fatto dei progressi meravigliosi, tenuto conto della servilità della coscienza religiosa degli uni e della negatività delle persone più colte e di fama assodata, ad accettare novazioni scientifiche che distruggono metodi ritenuti fin oggi per ottimi. Se un dubbio persiste in coloro che dello esperimento hanno constatato la verità, è limitato a questo: si deve o no accettare l’ipotesi spiritica? cioè ai fenomeni di proiezione di materia vibrante è connesso l’intervento di spiriti di morti, di personalità mentali intelligenti, libere da un corpo umano in cui sono vissute?
Molte parole nuove si sono costruite per indicare queste o quelle varietà di manifestazioni, mentre la scoperta della legge, nei limiti della quale i fenomeni si realizzano, è lungi dall’essere una conquista concreta.
Senza il corredo moderno di vocaboli e di esperienze ordinarie, fino a pochi secoli fa questa era materia di una scuola filosofica misteriosa e curiosa che si proclamava ermetica.
Nella parola che qualifica questa filosofia, trovo gli attributi dei suoi mezzi di ricerca e di realizzazione:
Ermes è il Mercurio alato dei Fenici e dei Romani; forse dall’huerma ebraico lo trassero i Greci, perché tale parola valeva sottigliezza, astuzia, sagacità, e Mercurio ci appare nei miti antichi appunto come astuto e sagace, ambasciatore degl’iddii, e se ne fa venire l’origine dall’ebraico marcor, mercatura, e quindi il trafficante per inganno sottile, il mariuolo. Orazio cantò
Callidum quidquid placuit jocoso
Condere furto.
Corrispondente all’Anubi egizio[1] che si dipingeva con la testa di cane, volgarmente per indicare la Costellazione della Canicola, jeraticamente per indicarne le qualità vigili e sotto un certo aspetto, con un serpente che si aggroviglia al corpo, dall’orientale esch caleph, vir canis; si disse anche Esculapio inventore della medicina e custode della vita. Quindi Ermes, Anubi, Mercurio, Esculapio, vollero indicare l’identica proprietà mentale che ci congiunge alla verità dei cieli antropomorfi divini delle religioni simboliche di una volta.
Nel linguaggio greco Ermes è Mercurio e Tempio:[2] la facoltà di interpretare si chiamava ermenìa ed ermeneus l’interprete ; ermenevo significa insegnare, ermoglifi: l’arte dello statuario, la scultura, cioè l’espressione plastica delle forme mentali. Ermeneutica è l’interpretazione dei libri sacri antichi.
Quindi filosofia ermetica fu la filosofia sottile, capace d’interpretare e far manifestare 1’Ermes, quindi scienza per eccellenza, penetrativa della parte più misteriosa del nostro campo mentale, ed ermetista si chiamò l’artista che metteva in pratica e realizzava i predicati dell’ermetica come scienza sottile al punto da crederla divina.
In fondo, l’Ermes è l’intelletto della forza divinizzante l’uomo.
Il poeta nei momenti di estro (istros = furore) — il matematico che risolve problemi arditissimi — il fisico che trova una legge e la prova — un oratore che seduce un’assemblea — un musico che incanta ì suoi uditori — sono manifestazioni dell’ermes, intelletto sottile delle più alte pulsazioni ipercerebrali.
La filosofia ermetica è la scienza che ricerca questo dio inafferrabile e lo fissa.
Così tutte le utopìe del bene, del divino, dell’altissimo, sono materie ermetiche.
L’Ermes volgare è il Mercurio trafficante che si manifesta nella necessità di adattamento della vita all’ambiente, 1’Ermes filosofico, il Mercurio generoso che monta all’Olimpo dove gli dei si sollazzano, e ricerca — se è possibile — l’elixir di lunga vita e la trasmutazione del piombo in oro.
L’Ermes volgare dà il successo della vita pratica, il buon cittadino utilitario, rispettato, arricchito, spesso decorato e premiato. L’Ermes filosofico o dà il telegrafo senza fili e il velivolo, o apre la porta del manicomio.
Ho detto che tutte le utopìe generose sono ermetiche, perché tutte le utopìe che oggi, informate ad un ideale di bene, non lo raggiungono, diverranno la realtà del domani. La storia di tutte le civiltà è piena di questi esempi; così i popoli conquistarono la libertà di coscienza, così fu inventata la macchina a vapore, così l’utopìa della pace sulla terra regnerà tra i popoli e diverrà carne e realtà.
Nell’Ermetismo, simbolica fonte di verità assoluta e relativa, tutti possono cercarvi il compimento del proprio desiderio; più alto è il fine, più nobile è l’Ermes che lo propizia.
II
LA MEDICINA ERMETICA
Le forze occulte, cioè non palesi, emananti dall’organismo umano, ermeticamente ed idealmente si possono dirigere a tutte le adattazioni possibili. La magia, nel suo concetto osirideo, dovette essere concepita come lo stato completo di possessione ermetica, perché fu sinonimo di scienza per eccellenza che nessuna realizzazione arrestava o trovava impotente. Ma perché le cose siano ridotte alla povertà singola dei casi pratici, occorre che qualunque persona voglia studiare in sé e fuor di sé questa applicazione delle sue facoltà, non volgarmente studiate, si proponga un fine a raggiungere.
La nostra Scuola (S.P.H.C.I.) onde nei suoi discepoli si determini un movente di azione e un controllo di esperienza, non si occupa che di sola Medicina Ermetica.
Questa Medicina Ermetica o Divina (cioè di origine dei poteri divinizzanti dell’uomo) esiste? Può esistere? E’ un’utopia? Una favola? Un simbolo? Dobbiamo ricercare e provare, praticamente e scientificamente, con metodo positivo.
Le scienze mediche hanno fatto negli ultimi due secoli dei progressi immensi. Giorno per giorno, ingegni di primissimo ordine e sperimentatori indefessi, nei laboratori, nelle università, negli ospedali, danno prova mirabile della potenzialità critica dell’ingegno umano che tenta di rapire alla Natura il secreto mai raggiunto della vita sana, col fine nobilissimo di combattere il dolore e far rinculare la morte. Quando un medium scrivente indovina un rimedio o un magnetizzatore riesce a sollevare un corpo egro per poi cantare un inno di disprezzo alla scienza ufficiale, si commette un’ingiustizia grossolana contro coloro che ci hanno dato un complesso stupefacente di osservazioni precise, che concorrono alla formazione di un’arte infallibile che è l’ideale scientifico del dimani.
Dalla anatomia indiziaria imperfettissima dell’evo medio, alla topografica e comparata contemporanea, corre un abisso. La clinica, la patologìa medica e chirurgica, la chimica analitica, l’istologìa, la tecnica chirurgica, la diagnostica, la biologìa, la fisiologìa, la microscopìa, sono pietre angolari di un monumento insigne di sapienza sperimentale per conquistare un potere benefico contro un principio morboso unico, che determina o il dolore o la morte. Ed è scienza indiscussa nei dati positivi della osservazione continua.
Ai nostri giorni l’insuccesso di questo gruppo di scienze nella pratica dell’applicazione è addebitabile alla sola deficienza della terapeutica, intorno alla quale si delineano le divergenze delle scuole, perché tutti i metodi sono insufficienti nelle applicazioni delle premesse, poiché il principio vitale che dovunque e comunque si manifesta, è qualche cosa di così imponderabile, di così oscura origine, che dove non interviene energico sotto il facile stimolo di un medicamento biochimico, l’uomo della scienza è impotente a guarire la più sciocca forma o manifestazione di morbo.
Allopatici[3], omiopatici[4], isopatici[5], e tutti i singoli scopritori di metodi nuovi e di medicine portentose, in terapeutica si equivalgono. Arrivano dove un elemento misterioso lo permette, si arrestano dove lo stesso elemento — padrone della vita e della morte — si arresta.[6]
Tutti gli ingredienti che la natura ci offre, sono messi in moto per arricchire la farmaceutica e colpire l’immaginazione del paziente. Minerali, metalli, vegetali, veleni, prodotti organici, bagni di luce, acque di ogni specie, elettricità, vegetarianismo, sieri, tutto l’umanità prova. Quando tutto è insufficiente, il condannato dalla scienza ricorre — ultima speranza — alla fede in un aiuto divino o se ne muore.
Chi non ha mai vista la sala o un dispensario di ospedale, non potrà mai farsi un’esatta idea della quantità immensa dei dolori umani che la scienza è impotente a guarire, né della grande stanchezza che prende un uomo di pratica innanzi alla insufficienza dei mezzi nostri, che cozzano contro il male inevitabile. La tubercolosi, il diabete, il cancro, non si curano ancora… ma le cose più apparentemente semplici restano un mistero: l’emicrania, per esempio, non si vince in mille casi ribelli.[7]
L’umanità ha paura della morte. Questa paura prepara la vita alle religioni che si occupano della nostra anima dopo la disgregazione del corpo fisico, e alla industria dei miracoli leggendari.
Nell’umanità resta la storia impressionante o la favola generosa di uomini o dii comparsi volta a volta, a periodi, i quali alla natura che procedeva allo sfacelo di un organismo, hanno comandato di arrestarsi e ricostituirlo. Questi uomini o dii si chiamarono Apollonio di Tiana o Cristo, Rosacroci, Templari o Santi, Paracelso, Borri o Cagliostro. La favola antica ci parla dei tempii di Esculapio, le favole moderne dei santuari miracolosi.
Stando così le cose, oggi come ieri, sorge un antico aforisma ermetico che è stato tutto un rompicapo degli alchimisti del secolo XVII: la vita comanda alla vita, tutte le scuole di terapìa sono buone o false, secondo che il medico che adopera un rimedio qualsiasi, dall’olio di oliva allo stramonio, dal sale di cucina alla stricnina, abbia o no il potere, la virtù, la forza di infondere al medicamento la vitalità che compensa le energie disperse nel corpo infermo; in altri termini il medico che compie il miracolo, dà parte del suo principio vitale all’infermo che ne manca. Così il principio terapeutico ermetico è lo stesso principio vitale, la cui deficienza determina lo stato morboso.
III
MEDICO ERMETICO O ERMETISTA
Dato e non ancora concesso che tale enunciato sia possibile, la Medicina Ermetica, concepita come una trasfusione di vita a vita, non sarebbe un paradosso, né una favola, né un simbolo né un sogno di mente poetica.
Se il principio-vita[8] fosse una cosa concreta come l’acido carbonico o l’estratto di camomilla, la logica non si opporrebbe ad accettare una ipotesi come tante altre in terapeutica. Ne sarebbero contenti gli allopatici che potrebbero tentare una iniezione di siero del medicamento nuovo, e gli omiopatici che vedrebbero salvo il decoro dei simili agenti sui simili.
Se non che questo principio-vita tutti sanno che esiste o dovrebbe esistere, come sanno che esiste l’amore, il dolore, il piacere, ma nessuno 1’ha potuto ridurre a cosa concreta.
È uno spirito, dice il grammatico, l’efflatto di fuoco[9] che dà l’energia dell’esistenza individuale ed universale. È la quintessenza, osserva l’alchimista. È l’anima universale aggiunge il filosofo.
Facciamo a meno di definirlo.
Osserviamo semplicemente: il principio-vita si manifesta sinteticamente nella sintesi di ciò che ci circonda, uomini, piante, animali, minerali, e presiede a tutte le combinazioni e a tutti i fenomeni chimici e fisici. Analizzando, è lo stesso fenomeno che si presenta alla nostra osservazione in ogni organismo o corpo specifico in modo differente e seguendo un processo egualmente specifico e differente. Se il materialista l’indaga, deve risultare[10] che la vita è una modalità (o stato di essere) della materia, che la materia vivente è irritabile perché risponde a certe eccitazioni da cui, agendo sui sensi, si converte in immagine e pensiero. Se l’osserva un filosofo amico delle astrazioni, lo considera come un elemento sui generis intelligentemente energico e separato dalle cose che egli immedesima o anima.
Nei due casi questo principio di vita, come in tutto ciò che ci circonda, come in tutta la materia che vive, l’uomo non ha bisogno di studiarlo fuor di sé, perché egli stesso è un principio di vita individuato.
È l’enunciato alchimico che espongo sotto forma intelligibile al secolo nuovo.
Studiare il principio di vita in noi, separarlo se è separabile, integrarlo se è integrabile, portarlo all’apice della sua potenzialità, renderlo atto ad arricchirsi della massima energia dalla fonte del principio-vita universale, fino a poterne disporre e nutrirsene e nutrirne gli organismi che ne difettano, è educazione ermetica e porta — come possibile — al concetto di medico ermetico.
La leggenda che afferma resistenza di anime sacerdotali capaci di comandare al principio vitale, sfrondata dal mistisismo delle figure religiose o magiche, potrebbe darci la via o il punto di arrivo di una unità pensante per produrre il miracolo vivente, il santo religioso o il mago antireligioso, che rappresentano l’identica forinola con la doppia faccia di adattamento e di sviluppo.
È il metodo di azione fantastico[11] che già segna il suo inizio con le cure ipnotiche nelle cliniche odierne, cure nelle quali l’azione irritativa esteriore agisce direttamente o per riflesso sul principio vitale del soggetto, e gli consente la reazione volitiva che manca in tutti gl’infermi decimati di energia.
Ecco, in poche parole, spiegato il concetto fondamentale della opera iniziata.
Dott. Giuliano Kremmerz.
NOTE:
[1]Ermanubi lo chiama Plutarco, il quale riferisce che fu figlio adultero di Nefte, sposa di Tifone, e di Osiride. Iside, saputo dell’abbandono del bambino, lo ricercò e lo allevò ed Anubi divenne il custode della dea, nello stesso modo che i cani custodiscono l’uomo. Virgilio lo chiama latrator.
[2]Ermh-ou Ermes e Ermho-peion = Templum.
[3]Contraria contrariis curantur.
[4]Similia similibus curantur.
[5]Cura con gli stessi prodotti morbosi specifici i diversi mali che specificamente invadono un organismo sano. Ienner, col vaccino, fu isopatico per prevenire il vaiolo. Il tubercolinum e i sieri a base di attenuazioni, sono isopatici. Da isos, eguale.
[6]Questa ignoranza sul principio vitale, la sua maniera di svolgersi o di dissolversi, è la causa della misteriosa necessità di creare un dìo, di cui si paventa l’ira perché se ne ignora la legge di funzione. La vita umana era rappresentata da una matrona vestita di verde, la speranza, con una corona di spine e rose sul capo, l’alternativa delle sofferenze e delle gioie.
[7]La rassegnazione al dolore c il dolore come necessità, sono concetti mistici (cioè dei misti, quasi profani) di fronte agli iniziati che rappresentavano la scienza e la coscienza dell’uomo. La scienza non può accettare la premessa del dolore necessario, se no lo sprone dell’utopia ermetica dell’abolizione del dolore manca. Se procediamo dal presupposto che il dolore fisico, per es., è una necessità inevitabile, dovremmo chiudere le università che insegnano la pratica medica, mentre la civiltà è caratterizzata appunto dalla somma dei progressi umani che eliminano le sofferenze maggiori della barbaria. Cito un esempio nella igiene che è scienza recente, dopo l’imbarbarimento della società romana-greca che abolì il bagno pubblico ed espose, nella lordura del corpo, la vita dell’uomo a infinite varietà di infezioni dermopatiche. I risultati della mancanza di nettezza del corpo, producenti dolori, erano una necessità fino a quando la scienza non prese il sopravvento sulla sporcizia fisica del misticismo. Così pel resto.
[8]L’iod della formola ebraica.
[9]Pur, ignis.
[10]Come dalla discussione fra Pasteur e Pouchet.
[11]Il magnetismo animale è fantastico nel senso greco classico della parola. Fantazo significa faccio apparire e, nella forma media, io mi immagino o io proietto me, la mia forma. Fantasia significò immaginazione e splendore; Fantasma, spettro, e Fantastos chi produce visione. Con questo valore filologico gli stati ipnotici, producenti visioni, sono fantastici, come deve essere fantastico il principio producente le immagini vere nelle visioni dei sogni nello stato normale.
Il fantasma ermetico è la vera esteriorizzazione fantomatica delle moderne scuole di fenomeni psichici.
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