Dialoghi sull’Ermetismo

 

PREMESSA IMPORTANTE

 

Dedichiamo i Dialoghi che seguono ad un immaginario cultore di Esoterismo, ancora scettico sui capisaldi dell’Arte Ermetica, di cui ignora per gran parte il significato.

Il testo riassume sinteticamente la nostra concezione personale dell’Ermetismo e della missione che i Figli di Ermete sono chiamati a svolgere nella società moderna e nel campo dell’evoluzione spirituale.

Una concezione personale – lo ribadiamo – pur se mutuata ampiamente dalla Tradizione, sulla quale ognuno può o meno trovarsi d’accordo, accettandola come veritiera e congeniale al suo carattere o rigettandola come illusoria e fallace.

Nella nostra esposizione prenderemo spunto da molte teorie contenute negli scritti del Kremmerz, non perché siamo seguaci dell’insigne maestro napoletano, del quale abbiamo avuto occasione di evidenziare la visione utopica e non aderente al nostro modo di considerare la missione dell’iniziato; ma perché riconosciamo il ruolo di profondo e colto divulgatore che il noto ermetista svolse in Italia a cavallo di due secoli, promuovendo la conoscenza e la pratica dell’Ermetismo, sia pure nell’illusione di una società pronta ad accoglierlo e matura per divenirne la serena fruitrice.

Il primo dialogo contiene una sintesi molto generale della filosofia ermetica e dei suoi aspetti più rilevanti, che devono essere conosciuti da chiunque si appresti ad applicarne praticamente i metodi, ispirati a un empirismo scientifico incentrato sul metodo soggettivo. E cioè su di sincero processo di auto-valutazione e di verifica dei risultati della ricerca spirituale, compiuto dal discepolo ermetista durante il suo percorso.

Il secondo dialogo è invece focalizzato sul tema della Fratellanza Ermetica, che è poi quello che maggiormente interessa il nostro lettore ideale, curioso, inquieto e attratto (anche se non troppo) da un ipotetico sviluppo interiore secondo gli insegnamenti degli antichi Ermetisti. A questi due primi dialoghi, ne seguiranno forse altri.

La forma dialogica, pur se desueta e stilisticamente poco attraente, rappresenta una forma letteraria molto utilizzata dagli scrittori ermetici. Il copione è sempre lo stesso: un discepolo che chiede e un Maestro che risponde, spiegando e rispiegando i concetti che di volta in volta possono interessare l’uomo del secolo, il cittadino del suo tempo che per un’imperscrutabile spinta dell’inconscio si accosta alla Scienza di Ermete per trarne utili spunti verso la serenità e la gioia.

Abbiamo inteso rispettare questa antica tradizione, certi che il benevolo lettore ci scuserà se abbiamo preferito sacrificare l’artificio stilistico alla chiarezza dei concetti e alla semplicità dell’esposizione.

A tal punto correrebbe l’obbligo di cedere la parola ai due protagonisti dei nostri dialoghi, l’aspirante ermetista e il maestro… se non fosse per la nostra coscienza di uomini dabbene, che ci impone di essere sinceri sino in fondo.

Perché una nuova Fratellanza? Probabilmente è la stessa domanda che affiorerà sulle labbra di molti lettori, specie se a conoscenza della sfortunata epopea del Kremmerz e delle dolorose vicende che segnarono l’Ermetismo italiano dopo la sua morte.

Abbiamo molto esitato prima di prendere una decisione. Pensavamo che i tempi non fossero maturi per una nuova esperienza collettiva. L’Araba Fenice sorge dalle ceneri di se stessa, dopo un rigenerante bagno di fuoco… eppure ci sembrava che dopo tante peripezie l’Ermetismo dovesse ancora riposare in questo secolo, recuperando le forze spese in inutili cordate verso la supremazia e il potere: aberrazioni umane che avevano insozzato l’ideale ermetico con le bave dell’Avversario, sempre pronto ad intervenire per rovinare i piani della Provvidenza, quando invitato da anime impure o da uomini impreparati e in mala fede.

Persino dalle pagine della Rivista della Società Ermetica abbiamo più volte fatto risuonare il nostro monito: bisogna non agire, non fare, ma limitarsi all’intelligente (e innocua) propaganda, facendo di necessità virtù (così ci sembrava), trincerandoci dietro la rassicurante idea che altri sarebbero venuti a raccogliere i frutti del nostro lavoro, irrorando di nuova linfa l’Albero della Tradizione. A quanto pare, così non vuole il Destino.

Sarebbe forse superfluo spiegare le ragioni che ci hanno indotto a cambiare idea. Nessun pensiero di supremazia, nessun malcelato desiderio di rivincita, nessuna tentazione di esercitare in qualunque modo un potere iniziatico. Se mai – al contrario – il timore di lasciarci tentare, di cedere alle lusinghe del serpentello egoico sottacendo la voce trepidante dell’anima, ripetendo ancora una volta gli errori del passato.

Non si può tornare indietro! La Sfinge ci osserva impassibile dall’alto della montagna delle illusioni, richiamandoci al dovere e alla dolorosa consapevolezza della verità. No, non si può tornare indietro.

Quello che ci ha convinti è stato altro: piccoli segni che ci indicavano la strada, strane coincidenze che sembravano intrecciarsi senza apparente ragione, incontri casuali che dovevano rivelarsi decisivi!…. Non è forse questo il segreto linguaggio dell’Invisibile, la misteriosa semantica dei segni, l’idioma illuminante della Verità?

Non solo questo!… Abbiamo incontrato delle persone, giovani e meno giovani che ci avevano conosciuti anni fa e ai quali avevamo parlato dei nostri ideali, dei nostri sogni, del meraviglioso mondo di Ermete.

Ebbene li abbiamo ritrovati lì, ad attenderci, come se il tempo non fosse trascorso, più emozionati di allora e più fiduciosi che mai nel nostro aiuto, freschi dentro nella loro aspirazione all’amore, alla felicità e alla vita.

Tutti gli uomini normali aspirano a un’esistenza serena, ma le anime di quei ragazzi emanavano un profumo diverso, più dolce e intenso di altri, che giungeva a noi come un fremito di leggerezza, di spontaneità, di nettezza, di amore. Essi non chiedevano segreti incomunicabili, non pretendevano formule arcane di magia e di potere, non volavano oltre la ragione aprendosi al mondo crepuscolare dell’inconscio.

E’ alla vita che essi ambivano, ossia a trasfondere nelle loro esistenze, felici o infelici che fossero, quell’ansia di ulteriore che li segnava da sempre, facendoli trepidare in attesa dell’incontro fatale che avrebbe portato luce e serenità nei loro cuori. Essi non sapevano nulla di Ermetismo, ma erano degli ermetisti dentro. Ed è per questi inconsapevoli figli di Ermete che abbiamo deciso.

Fatta la scelta, bisogna però subirne le conseguenze. Non si può tornare indietro? Allora andremo avanti!… Inizieremo a lavorare con umiltà, senza pretese: una palestra di vita e di amore fraterno dove costruire giorno dopo giorno il nostro destino, seguendo l’esempio di antichi saggi che la sapevano lunga sull’uomo e su Dio.

Mireremo diritti all’Ermete, tralasciando ogni concessione alla magia delle forme involute, per privilegiare in ogni dove l’autentica Magia dell’anima e dell’amore fraterno.

Chiunque vorrà, potrà accostarsi alla nostra Fratellanza e compiere in nostra compagnia un tratto di strada, per poi restare o andarsene se quella sarà la sua volontà. Per noi la libertà è sacra, come il rispetto della dignità della persona. Per tale ragione la Fratellanza Ermetica non creerà al suo interno inutili gerarchie e non alimenterà la falsa personalità di chi non è maturo per giudicare.

Lasceremo che Circoli della nostra Fratellanza Ermetica si costituiscano spontaneamente, in Italia e fuori d’Italia.

Dovunque vi saranno uomini di buona volontà, animati dai nostri stessi propositi, la Società Ermetica sarà al loro fianco, aiutandoli e sostenendoli coerentemente con la Tradizione. Di più non possiamo fare.


I Dialogo

II Dialogo